C: Ambrato con riflessi dorati
N: Si apre con note vegetali, affumicate. La torba c’è, ma è nitido anche il legno tostato. Appare l’erba bagnata e la resina. Lievissimo sentore di frutta. È poco pungente. Rispetto ad altri Laphroaig è poco marcata la nota medicinale.
P: I sentori erbacei e la mela verde, uniti al fumo e al salmastro, si percepiscono immediatamente. L’alcool è ben equilibrato. Legno e cuoio. Più avanti si avverte il finocchio, note di arachidi e frutta secca. Verso la fine chiose di cannella.
F: È lungo e persistente. La torba e il fumo rimangono sulla lingua insieme con le espressioni erbacee. Ci sono tracce di una base agrumata.
L’impressione complessiva è di un whisky molto equilibrato. La torbatura si unisce in modo originale con sentori di legno verde. È un distillato poco spigoloso e in cui sono assenti note dolci. Il pregio maggiore sta nel finale e nella resistenza del sapore affumicato, elementi ricercati da chi apprezza questi dram.
La recensione proprio di questa acquavite di cereali, apparsa sul nostro sito sei anni orsono, si concludeva così: “essendo dei “guaglioni” assennati o perlomeno così ci piace credere, in tempi di crisi vi consigliamo di comperarlo considerato il prezzo decisamente accessibile”. Ebbene, pur non volendolo, non potevamo essere più preveggenti. Se l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia sta purtroppo dando la stura ad una crisi sociale ed economica imprevista e “poderosa” (come ormai si usa dire), il rapporto qualità – prezzo di questo torbato rimane più che valido.
Il mix di vari invecchiamenti in questo NAS produce un aroma inconfondibile in cui il distillato dialoga molto bene con i legni. Non stiamo parlando di un’esperienza irripetibile, non esageriamo. Per una cosa va detta: questo whisky ha una sua cifra che lo rende riconoscibile. Dall’invecchiamento in botti di un quarto più piccole delle standard scaturisce un abbinamento che presenta una sua autenticità tra legni e torba.
VOTO: 85/100
MM