C: Giallo occhio di tigre
N: Si apre con note sulfuree, quindi il caramello salato affiora al nostro olfatto e rapido converte in salsa di soia con un tocco di salamoia. Sullo stesso tema la salsa barbecue e gli anacardi giacciono assieme nel nostro naso finquando, improvvisamente, subentra una nota dolce come di confetti. Dopo qualche tempo riaffiorano note salmastre di alghe in decomposizione commiste alla nota medicinale del Fluimucil.
P: In bocca il legno verde e un accenno di muschio saltellano sulle papille vergendo poi sul fil rouge salmastro delle alghe. Il tabacco da pipa e il pepe Bianco danno l’apertura a un ricordo estivo di amarena e vanillina della Coppa Oro Sammontana.
F: Nel retrofaringe riecco la nostra salamoia, quindi verdura riscaldata di congelatore un po’ bruciacchiata e una punta di amaro.
Ci consentite un’espressione un po’ scurrile? Che palle Ardbeg!
L’espressione è assolutamente pregevole: È ben calibrata la gradazione, il finale non troppo lungo rimane abbastanza in gola da lasciare l’impronta del forte carattere della distilleria. Senza dubbio un’ottima variazione sul tema probabilmente anche grazie all’inusuale tripla maturazione. Ma (ci deve essere un “ma” a sostegno della nostra esclamazione precedente) la versione è ovviamente limitata (che palle!) ed è l’ennesima noiosa ripetitiva mossa commerciale di Arbeg che ci seduce e tradisce al tempo stesso come troppo spesso accade ultimamente. Il nostro giudizio non può prescindere dall’esser condiziondato da questa politica aziendale, e non possiamo non essere rattristati perché un Whisky del genere, nonostante sia un NAS (che palle!), meriterebbe di stare sempre nello stipetto degli alcolici di ogni buon amante del distillato. Concludendo possiamo dire solo di averlo goduto con gran piacere ma con la tristezza nel cuore, come per tutte le più belle cose.
Vivesti solo un giorno, come le rose.
Voto: 85/100
Errata corrige: la bottiglia è entrata nella produzione usuale di Ardbeg. Ora ci piace di più.