N: Già dall’apertura di questa bottiglia si riconosce subito il carattere ardbeg. Immediatamente si è assaliti da un forte sentore di fumo e torba con una notevole componente fenolica. Presenta anche note più fresche di frutta, in particolare mela verde poi terra bagnata. Lasciata riposare per un mesetto guadagna qualche caratteristica in più, persiste la torba e l’affumicato emerge la componente vegetale (erica e menta), s’impongono note amarognole di liquirizia e caffè tostato.
P: In bocca questo dram esplode con una vasta gamma di note amarognole dal caffè bruciato alla cenere oltre i sentori basilari vegetali e di fumo; aperto guadagna un po’ di dolcezza a scapito della fumosità che affievolisce permettendo a sentori vanigliati di emergere. Riassaggiata dopo un mese, non perde il carattere amaro che è solo leggermente più amabile con sentori di cioccolato fondente extra e caffè e una lieve speziatura di noce moscata e chiodi di garofano.
F: Nel finale persistono i sentori percepiti al palato che lasciano la bocca amara, costante il caffè e il vegetale (cicoria). Aperto, aumenta in salinità.
L’auriverdes, uscito per celebrare i mondiali brasiliani, si distingue sicuramente da tutti gli ardbeg assaggiati finora, non uno dei migliori, è eccessivamente condizionato dalle particolari modalità d’invecchiamento che omogeneizzano lo spettro sensoriale. Naso intenso e suadente, palato complesso, martoriato dall’amaro ma con sfiziose note dolci. In conclusione un dram che non delude gli appassionati di arbeg, ma ne suscita diffidenza trattandosi di una special release di cui si teme la mera finalità commerciale/collezionistica.